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La rete di pedofili sapeva che la vittima di cui si prendevano cura era minorenne: "Ha 13 anni, vale questo e molto di più".

La rete di pedofili sapeva che la vittima di cui si prendevano cura era minorenne: "Ha 13 anni, vale questo e molto di più".

I membri dell'organizzazione pedofila di Barcellona guidata da un elettricista sapevano che la ragazza che stavano violentando e filmando era minorenne, a giudicare dai messaggi che si scambiavano: "Ha 13 anni, vale questo e anche di più" oppure "È la tua prima quattordicenne?"

Lo afferma un rapporto di polizia sul caso in cui la VII Corte Istruttoria di Barcellona sta indagando sul presunto capo della rete, l'elettricista Teófilo LM, e su altri dieci presunti predatori sessuali accusati di aver violentato una minorenne di 13 anni, affidata a un appartamento di Barcellona.

È la tua prima ragazza di 14 anni?
L'elettricista accusato al momento dell'arresto da parte dei Mossos d'Esquadra

L'elettricista accusato al momento dell'arresto da parte dei Mossos d'Esquadra

Mossos d'Esquadra

L'elettricista che presumibilmente dirigeva questa rete, Teófilo LM, e un altro dei presunti autori di reati sessuali restano in custodia cautelare per questo caso, il secondo di tre distinti episodi legati al complotto della pedofilia.

Secondo i rapporti della polizia sul caso, alcuni degli indagati per aver aggredito sessualmente il minore in affidamento hanno affermato di non essere a conoscenza del fatto che la vittima fosse minorenne, una versione che contrasta con quanto dichiarato nelle conversazioni avute tra loro sui social media.

In effetti, un rapporto della polizia su uno dei presunti autori di reati sessuali, identificato dai tatuaggi visibili in uno dei video sequestrati, sostiene che il sospettato doveva essere consapevole che la vittima era minorenne, il che è "chiaramente" evidente dal suo "scarso" sviluppo fisico.

Nel fascicolo è inclusa un'altra conversazione in cui uno dei presunti stupratori lamenta di aver ricevuto una multa di 600 euro per aver violato le restrizioni relative al coronavirus quando, nel febbraio 2021, durante la pandemia, si è recato nell'appartamento di Teófilo per aggredire sessualmente la minorenne.

“Mi è costato 600 euro…”, si lamenta l’imputato in un messaggio inviato all’elettricista, che risponde: “Sono 13, vale quello e anche di più”. Anche altri messaggi scambiati dai sospettati facevano riferimento alla giovane età della vittima: "La tua prima ragazza ha 14 anni?" oppure "Beh, l'ho incontrata quando avevo solo 13 anni."

Fai clic su Cancella chat

Secondo quanto si evince dal fascicolo, gli indagati erano anche a conoscenza della situazione di vulnerabilità della minorenne, affidata alla Direzione generale per l'infanzia e l'adolescenza (DGAIA) della Generalitat de Cataluña, a giudicare dal commento di uno di loro: "È in un centro, sta male".

Infatti, la paura di essere denunciati per aver violentato una minorenne emerge anche dalle conversazioni tra gli indagati: "Non sai quando quella ragazza potrebbe aprire bocca e la tua vita potrebbe andare a rotoli", "figuriamoci se facessi sesso con una minorenne" oppure "Ho il video e le prove, avrei potuto denunciarti facilmente".

In questo contesto, Teófilo LM ha istigato il minorenne di 14 anni, da lui anche aggredito sessualmente, a cancellare le sue conversazioni dal cellulare e a cancellare le prove incriminanti: "Vai a cancellare le chat" e "cancellerai tutto in una volta".

Secondo il riassunto, oltre a Teófilo LM, arrestato a Valencia nel 2010 per prostituzione minorile, almeno quattro degli altri undici indagati in questa seconda parte avevano precedenti penali: uno per pornografia infantile e tentativo di contattare minori, un altro per maltrattamenti domestici, un altro per furto e appropriazione indebita e l'ultimo per reato contro la salute pubblica e maltrattamenti domestici.

lavanguardia

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